Le modifiche ai costi di recesso adottate dal Governo

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Il Consiglio dei Ministri nella seduta del 20 Febbraio ha presentato dei disegni di legge sotto un unico titolo “Lavoro e Concorrenza” nei quali adotta delle misure per favorire la concorrenza in diversi settori tra i quali le Comunicazioni.

Le aspettative delle associazioni dei consumatori si incentravano sull’abolizione dei costi di recesso per la migrazione in base a quanto stabilito dal Decreto Bersani che li aveva ammessi solo quando fossero giustificati dalle spese effettivamente sostenute dall’Operatore.

Tanto che la rivista Altroconsumo ha promosso due anni fa dei ricorsi contro le principali compagnie telefoniche che hanno applicato le penali per cambio di Operatore, ottenendo l’interessamento al caso dell’Autorità Antitrust.

Nel provvedimento emanato dal Consiglio dei Ministri si è tralasciato di dirimere la questione per affrontare ulteriori aspetti altrettanto importanti che rafforzano le tutele dei consumatori.
Le novità introdotte si possono riassumere in 5 punti:

1semplificazione delle procedure di recesso e di trasferimento della linea presso un altro gestore;

2maggiore trasparenza delle penali con l’introduzione di un criterio di proporzionalità del costo al valore del contratto stipulato e alla durata trascorsa;

3limite di durata contrattuale degli abbonamenti in presenza di una promozione non superiore a 2 anni;

4 – eliminazione dell’automatismo degli addebiti sul conto del cliente per servizi offerti da soggetti terzi. E’ obbligatorio per i Gestori telefonici acquisire la prova del previo consenso del cliente;

5tempi di portabilità ridotti per il numero mobile attraverso l’utilizzo dell’identificazione in via indiretta del cliente da attuarsi entro 6 mesi dall’entrata in vigore del disegno di legge.

Alcune delle disposizioni sono manifestazioni di principio in cui non sono indicate le modalità di attuazione.
Così il primo punto che supponiamo verrà realizzato in modalità telematica.

Il secondo punto stabilisce un principio di equità in base al quale le penali devono adeguarsi al criterio della proporzionalità del valore del contratto e alla durata dello stesso.
In pratica chi recede anticipatamente dopo essere stato 1 anno “fedele” con l’operatore è tenuto a pagare una penale ridotta rispetto a quella prevista inizialmente.
E’ inoltre obbligatorio per l’Operatore informare il cliente dei costi a cui va incontro.

Il terzo punto porta a un cambiamento della disciplina contrattuale sia per il fisso che per il mobile:
attualmente la maggior parte dei contratti di abbonamento hanno durata illimitata con la conseguenza di non prevedere una scadenza naturale dalla quale il cliente possa svincolarsi gratuitamente.
Per la telefonia mobile dovranno essere riformulate quelle condizioni per l’acquisto dei dispositivi mobili concessi in promozione per la durata di 30 mesi.

Il quarto punto mira a porre un freno alle truffe perpetrate ai danni dei consumatori, i quali, inconsapevolmente, si trovano attivati servizi a pagamento come oroscopi, suonerie e giochi dopo aver cliccato semplicemente su un link come segnalato nell’articolo di recente pubblicazione.

In conclusione le disposizioni emanate dal Governo hanno l’obiettivo dichiarato di favorire la mobilità della domanda nei mercati della pay-tv, della telefonia fissa, mobile e di Internet.

I minori costi delle penali costituiscono un incentivo per migrare a vantaggio di un mercato concorrenziale.

Tuttavia ci sono altri aspetti di cui il Governo non si è occupato che possono contribuire ulteriormente a tutelare i consumatori e favorire una maggiore competitività del mercato.


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1 commento su “Le modifiche ai costi di recesso adottate dal Governo”

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